La separazione e il divorzio molte volte possono essere un trauma per la coppia o per i figli , in questo studio verranno ascoltati tutte le problematiche relative alla fine di un rapporto matrimoniale con particolare attenzione alla mediazione familiare come strumento per la giusta applicazione dell’affidamento condiviso, sia per i figli naturali che per i figli legittimi in applicazione del dlgs 28 dicembre 2013 n 154

Nella maggior parte delle separazioni giudiziarie il conflitto tra i coniugi a seguito della disgregazione del rapporto di coppia tende a trasferirsi sul possesso del figlio, trofeo da conquistare nella guerra coniugale e strumento da usare per la vendetta verso il compagno/compagna che ha tradito l’alleanza siglata con il matrimonio o con la decisione di affrontare insieme la vita. Ma se la posta in gioco è percepita così, nella controversia giudiziale gli interessi del figlio, i suoi reali bisogni, le sue aspettative, il rispetto della sua persona e della sua integrità emotiva divengono per i genitori contendenti del tutto sfuocati e in realtà inesistenti: nella contesa in questione restano solo le esigenze degli adulti. Del tutto assente è spesso la consapevolezza dell’importanza di riuscire a gestire i rancori coniugali al fine di permettere ai figli di superare le difficoltà legate alla separazione dei loro genitori. La consapevolezza da parte dei genitori dell’imprescindiblità di un impegno in questa direzione è assolutamente fondamentale per permettere ai figli una evoluzione sana e armoniosa, che paradossalmente sta a cuore a tutti i padri e a tutte la madri, anche nei casi in cui il conflitto è elevatissimo. Avviene così frequentemente, nelle procedure giudiziarie di separazione, che l’aggressività scatenata nella coppia in crisi porti a rappresentare il partner non solo come colpevole della rottura ma anche come persona equivoca, disturbata, «cattiva». E questo non solo di fronte al giudice ma anche di fronte al bambino, chiamato ad assumere un ruolo di alleato e testimone delle incapacità dell’altro genitore, sottilmente influenzato perché esprima giudizi pesanti su di esso, rendendo così impossibile l’affidamento (non sono infrequenti i casi di bambini spinti da un genitore a dichiarare falsamente di aver subito abusi di ogni genere da parte dell’altro genitore). La conseguenza è che il rapporto con il genitore, così pesantemente contestato, sarà irreversibilmente distrutto, perché il bambino assimilerà le valutazioni negative che gli sono state suggerite e sarà indotto a nutrire sentimenti di rancore nei confronti di chi gli viene rappresentato come colui o colei che lo ha abbandonato e tradito.
La separazione non può comunque liberare la mamma dall’educare il figlio a rispettare e obbedire al padre e viceversa. Il bambino ha bisogno di vedere che i due continuano ad onorare la maternità e la paternità, altrimenti distruggono il figlio e tutto solo per una mera esigenza egoistica di vendetta personale.